Per molto tempo è stato indicato dagli addetti ai lavori, come la difesa personale non necessiti di una preparazione fisica specifica, ma che invece basti conoscere alcune semplici tecniche per potersi destreggiare tranquillamente durante un conflitto.
La realtà purtroppo è ben diversa dove la parte tecnica di questa disciplina, rappresenta soltanto un terzo delle componenti necessarie (oltre ad un pizzico di fortuna!) a poter contrastare nel migliore dei modi un’aggressione. Infatti, oltre alla parte prettamente tecnica, sarà necessario non trascurare la componente fisico-atletica e quella psichico-comportamentale.
Per far comprendere maggiormente al lettore quanto esposto poniamo un esempio: il giocatore di calcio che durante uno scontro si frattura la tibia e un Thai Boxer che invece sferra calci alla massima potenza colpendo tibia e corpo dell’avversario senza infortunarsi.
Questa differenza sostanziale dipenderà dal tipo di condizionamento fisico a cui l’atleta è sottoposto infatti un combattente, durante la sua carriera, andrà incontro a molteplici microtraumatismi ossei che nel processo di guarigione porteranno alla formazione di un callo osseo che consentirà all’osso stesso di essere più solido e robusto di quello originale.
Naturalmente quanto esposto rappresenta soltanto l’estremizzazione di quanto invece è necessario far svolgere ai propri allievi per renderli a tutti gli effetti degli atleti di difesa personale.
Difatti è proprio ciò che spesso non viene considerato, vale a dire che la difesa personale non è, e non può considerarsi un attività per sedentari, ma anzi deve migliorare le componenti fisiche dei nostri allievi giorno dopo giorno.
Pensando ancora in maniera più estrema, tra gli aspetti più importanti della difesa personale vi è la prevenzione come l’evitare l’aggressione scappando.

Bene, fin qui fila tutto quanto, ma quanti allievi vengono esercitati a questo? Quanti sono in grado di sprintare e scappare via? O ancora, quante volte si sente parlare di praticanti di sport da combattimento o di arti marziali, protagonisti di violenze per futili motivi, quali ad esempio non aver dato una precedenza in un incrocio. In quel caso un praticante di difesa personale senza un adeguato condizionamento fisico, dinnanzi ad un pugile che gli sferra dei pugni ben assestati sul viso, quante possibilità può avere, di contrastare o di almeno di scappare?
Per tale motivo, si ritiene come la preparazione fisica in questa disciplina, rappresenti l’anello di giunzione tra ciò che è impossibile (ma per tanti “istruttori” ritenuto quasi banale) e ciò che può divenire possibile.
Per consentire tali miglioramenti, sarà necessario stimolare il corpo nel migliore dei modi, rispettandone la fisiologia e la biomeccanica umana.
Purtroppo bisogna ricordare come le esercitazioni che i maestri passati proponevano erano fondate più su metodiche ereditate dalle proprie esperienze che dal sapere scientifico; per anni ci sono state proposte esercitazioni inutili, se non addirittura controproducenti.
Ciò ha spinto a ricercare una giustificazione scientifica a ogni proposta motoria, la differenza sostanziale tra ciò che avviene in palestra e il combattimento reale è davvero ampia, basti immaginare di eseguire un semplice esercizio come stare in equilibrio su un piede su un appoggio di 50 cm, e poi immaginarne l’esecuzione sullo stesso appoggio ma sospesi a 50 metri da terra.
Bene in tal caso nulla potrà essere tralasciato al caso, ma occorrerà adottare un metodo capace di creare una nuova dimensione mentale e uno stato di calma interiore superiore.
Per questo e altri motivi è stato creato il corso FDKM Conditioning Specialist, con l’obiettivo di far accrescere la consapevolezza fisica dei propri allievi, migliorando la tecnica specifica dell’attività praticata attraverso lo sviluppo delle capacità fisiche specifiche: forza, resistenza, rapidità, mobilità articolare, equilibrio e propriocezione.
Solo conoscendo in che modo impostare in maniera corretta la programmazione dell’allenamento con concetti legati alla funzionalità fisica ed alla specificità della disciplina, l’allievo sarà in grado di accrescere correttamente e acquisire la giusta consapevolezza giorno dopo giorno.
9 Commenti. Lascia un nuovo commento
Faccio Krav e secondo la preparazione atletica e il realismo sono fondamentali
Effettivamente l’articolo apre percorsi di riflessione nuovi e diversi per una disciplina di non facile approccio. Certamente l’ostacolo più difficile da superare è il vincere il panico che immediatamente si scatena di fronte ad una aggressione e il riuscire a ragionare in una situazione “improvvisa” in cui si deve fare i conti molto spesso oltre che con lo shock anche con il dolore…La capacità di acquisire la lucidità mentale che permette di reagire e scappare credo che sia un qualcosa che non ha prezzo e che una volta acquistata come struttura mentale può essere poi traslata in tutte le situazioni di vita . Penso che questo sia il valore aggiunto proposto dell’FDKM Conditioning Specialist. Certamente si tratta di un obiettivo non facilmente raggiungibile senza una adeguata preparazione tecnica e una costante pratica.
Sono pienamente d’accordo con quanto scritto nell’articolo. Come praticante di Krav Maga da ormai 4 anni, ritengo che ogni tecnica senza una adeguata preparazione fisica non sia efficace. Troppo spesso si vedono corsi dove i vari istruttori propongono lavori che si discostano totalmente dalla realtà, addestrando i propri allievi a eseguire le tecniche in forma statica, senza dinamismo e potenza nei colpi. Bisogna avere una preparazione a 360 gradi senza tralasciare e sottovalutare nessun aspetto.
Ammettendo che disdegno ogni pratica che si ponga l’obiettivo di affinare la tecnica su un singolo aspetto della persona tralasciando gli altri, una disciplina è tale se si occupa di tutte le componenti che intervengono. Qualsiasi circostanza richiede impegno fisico, tecnico e mentale e va curata opportunamente la preparazione di tutte queste attitudini per ottimizzare il risultato. Vince sempre il più forte: la differenza sta nell’esserlo. E si può diventarlo.
pratico krav da un paio d’anni, sono una ragazza di struttura minuta e posso confermare che lavorare adeguatamente sulla preparazione fisica è molto importante. Soprattutto per le donne è necessario migliorare la forza, altrimenti diviene pressoché impossibile colmare il GAP esistente con gli uomini.
Ottimo articolo, utile a capire cosa è necessario effettivamente ad una persona per diventare competente e abile in questa disciplina. Si vede che è scritto da una persona esperta e competente, che sa di cosa stiamo trattando!
Con questo articolo ho avuto conferme sulla vera natura di questa disciplina e l’approccio giusto che si dovrebbe avere verso di essa.
Spesso non viene messa abbastanza in evidenza da parte di molti insegnanti che la preparazione fisica è fondamentale.
Sono assolutamente d’accordo. Pratico questa disciplina da diversi anni e posso confermare che la preparazione atletica è fondamentale e imprescindibile perchè ogni tecnica necessita di concentrazione ed attenzione per essere appresa ma anche di forza affiancata ad estremo controllo di ogni centimetro del proprio corpo (e della propria mente) per essere applicata.
Assolutamente d’accordo con quanto scritto dall’autore dell’articolo.
In qualsiasi sport/disciplina la preparazione fisica riveste un ruolo fondamentale tanto da diventare determinante per il raggiungimento del risultato.
In particolar modo nelle discipline marziali, con il fine di giungere con le migliori condizioni psico-fisiche nei momenti opportuni.